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La storia insegna, il Giappone impara
Sono sempre stata appassionata della storia giapponese. La cultura, i cerimoniali parte integrante della tradizione, del modo di vivere e dell'essere giapponesi... mi hanno sempre affascinato. A tal punto che all'università ho scelto di preparare come esame complementare ‘Storia del Giappone’ rimanendo stupita da tutto ciò che leggevo in quel malloppone.
Sono un popolo straordinario, nel vero senso del termine: fuori dal comune nel bene e nel male.
Ciò che soprattutto mi ha lasciato esterrefatta è il loro senso della disciplina, un qualcosa che noi italiani conosciamo poco, ma tale da far impallidire anche gli organizzatissimi tedeschi. La rassegnazione non fa parte del loro credo, il piangersi addosso è quasi un peccato, un affronto al loro essere giapponesi.
Credono molto in loro stessi e sono pronti a dare la vita in nome dell’amore per la loro Patria. Lo abbiamo studiato sui libri di scuola con i Kamikaze, ma lo abbiamo apprezzato dopo lo scoppio delle bombe atomiche.
Lasciarsi andare non era una possibilità , esattamente come non lo era reagire. Quello era l’ordine. Rimboccarsi le maniche e tornare grandi, più grandi. Perché le avversità sono solo delle prove da superare.
Quando a marzo i telegiornali hanno parlato di terremoto e tsunami, mostrando le immagini della distruzione, pur conoscendo la forza di questo popolo, ho pensato fosse troppo. Troppo per chiunque, anche per una nazione forte e ricca come quella del Sol Levante. Ma sono stata sbugiardata. Il percorso è lungo, ma il Giappone ha iniziato nel migliore dei modi la sua rinascita.
E anche lo sport sta dando una mano. Domenica le giapponesi si sono laureate campionesse del mondo battendo in finale gli Stati Uniti, formazione decisamente più quotata. Loro, però, hanno lottato con un’arma in più, la voglia di riscatto. Il desiderio di assaporare un’importante rivincita nei confronti della vita che aveva le aveva messe davanti ad un grande, enorme ostacolo. E loro lo hanno superato.
Lacrime di felicità , lacrime di commozione quelle versate dalle giocatrici nipponiche che hanno regalato la prima grande gioia al Paese. “La nostra nazione al momento non sta vivendo il suo periodo migliore, ma credo che abbiamo regalato una grande gioia a tutti i giapponesi - ha dichiarato Ayumi Kaihori Archer -; questa è stata la nostra intenzione fin dal principio. Volevamo fare qualcosa di grande per il Giapponeâ€.
Lontane con il corpo, vicine con il cuore, le giapponesi si sono presentate in campo ad ogni partita mostrando un cartello con scritto “Ai nostri amici di tutto il mondo. Grazie per il vostro appoggioâ€. E non erano parole dovute. Era qualcosa che le ragazze sentivano. Un qualcosa su cui Norio Sasaki ha insistito molto, cercando di far leva sul loro orgoglio nazionale.
L’allenatore nipponico mostrava prima di ogni partita alle calciatrici dei video del terremoto e del disastro di Fukushima per poi chiedere loro cosa fare per aiutare la nazione. Ora a dare la risposta è lo stesso Sasaki: "Quello che si poteva fare, la squadra lo ha dimostrato in campo. Battere le 2 squadre favorite, Germania e Stati Uniti, entrambi campioni del mondo, giocando il calcio più bello di tutto il torneo e imponendosi contro tutte le avversità ".
Battere i più forti. Quello che è richiesto al Giappone ora: combattere e vincere. Con l’esempio delle ragazze di Sasaki davanti agli occhi e la forza delle loro tradizioni nel cuore.
FONTE http://it.eurosport.yahoo.com/tacchetti ... icle/9565/